2. LE MALATTIE CARDIACHE

2.6 LE CARDIOPATIE CONGENITE

Le cardiopatie (malattie cardiache) dei neonati e dei bambini differiscono notevolmente da quelle degli adulti: nei bambini la maggior parte delle cardiopatie sono dovute a vizi cardiaci congeniti, mentre gli adulti soffrono anzitutto di cardiopatie che insorgono nel corso della vita: particolarmente frequenti sono le malattie causate dall'arterosclerosi.

Le cardiopatie congenite sono malformazioni del cuore che si verificano in conseguenza ad un'alterazione del normale sviluppo del cuore durante le prime fasi della gravidanza.

Le malformazioni cardiache possono essere di vario tipo: si va da anomalie semplici, che coinvolgono una sola parte del cuore, ad anomalie molto complesse, in cui l'architettuta del cuore è totalmente modificata.

Anche la gravità della cardiopatia e le ripercussioni sulla salute del bambino sono diverse, potendosi avere forme che non hanno alcuna implicazione reale sulla salute del bambino e che consentono una vita normale e forme che sono incompatibili con la vita.

Avere una cardiopatia congenita non vuol dire avere necessariamente una malattia grave: alcune cardiopatie sono di entità talmente leggera da non influenzare la salute ed il benessere di una persona e da non richiedere alcun tipo di terapia per tutta la vita.

Al contrario alcuni difetti cardiaci congeniti sono talmente gravi da portare a morte un neonato in pochi giorni, almeno che non venga effettuato un intervento medico e chirurgico immediato.

Altre richiedono interventi chirurgici correttivi, a volte già in età infantile.

Tra le cardiopatie congenite più frequentemente riscontrate nell'adulto vi sono i difetti del setto interatriale (DIA) rappresentano circa il 10% di tutte le cardiopatie congenite.

La completa separazione tra parte destra e sinistra del cuore avviene al momento della nascita.

In alcune persone la chiusura è incompleta, lasciando così una comunicazione tra i due atri chiamata difetto del setto interatriale.

La pervietà del forame ovale (PFO) è una comunicazione a livello del setto interatriale dovuta alla mancata chiusura della valvola del forame ovale.

Lo si trova nella maggior parte dei pazienti come un reperto occasionale e in alcune serie recenti di casistiche, raggiunge il 25-40%.

Può essere causa di embolia con conseguenti ictus e/o attacchi ischemici transitori (TIA).

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